Quel signor Craxi che mi metteva soggezione

Una premessa. Questo è un articolo già scritto in precedenza per un altro blog (oggi non più in attivo), ma lo riscrivo perché è uscito il film “Hammamet” di Gianni Amelio, incentrato sugli ultimi giorni di Bettino Craxi.

Quello che segue è un ricordo del tutto personale.

  Il primo politico che mi ricordo? A dire il vero quand’ero piccolo vivevo Crotone come un piccolo paese delle meraviglie. Lo è ancora oggi, ma oggi è una cittadina di meravigliose cazzate oltre che di meraviglie vere e proprie. Meno male che la penso così almeno non mi deprimo. La devo per forza pensare un po’ come nel Piccolo Principe. Non dimenticarsi mai di essere stati bambini. E vi assicuro che dinanzi a certe situazione è meglio avere con sé la visione del bambino.

   Il primo politico che mi ricordo non è papà, ma quello che vedevo al tg della Rai a casa del nonno. Mi metteva soggezione con quella sua altezza che non apparteneva ai politici italiani che a volte potevano essere grossi oppure bassi come i sette nani (o quasi).  È sempre stata la sua altezza, e poi aveva quel cognome strano, non propriamente italiano. In fondo Bettino mi stava simpatico, pur mettendomi soggezione. Perché anche lui aveva un nome strano per le orecchie di altri. Non conoscevo gente che si chiamava Bettino, ma non conoscevo nemmeno gente che si chiamava Aurélien. Ascoltare il suo nome spesso e volentieri mi dava un senso di sicurezza.

   Sono troppo piccolo per ricordare certi dettagli degli anni 80’. La tv era fatta per vedere il grande Mazinga e Jeeg Robot. Il tg lo schifavo. A me piacevano i supereroi. Ma Bettino mi stava simpatico. In fondo non era noioso, e sentire il suo nome m’instillava sicurezza.

Poi un giorno ci fu la sua visita a Crotone. Vidi l’evento in tv per qualche minuto. Bettino era a Piazza Pitagora. Lui parlava, e sotto di lui un sacco di gente.

   Man mano che sono cresciuto, poi ho capito chi era Bettino Craxi nella sua storia politica e italiana. Ogni tanto ne sento parlare, e le discussioni sono molto accese. Non so se definirlo eroe, ma di sicuro voglio spezzare una lancia a suo favore. Non è stato un ipocrita nel vero senso della parola. Nello scandalo Tangentopoli avrà avuto il suo ruolo di rilievo, ma è stato chiaro nell’ammettere che questo sistema è stato condiviso da tutti. Ha scelto l’esilio, e in fondo lo capisco. A nessuno gli va di giocare il ruolo del capro espiatorio principale, poiché il sistema era, di fatto accettato, da tutti.

   Ora non c’è più. Ma continuo a ricordarlo perché fantasticavo su di lui, perché con il suo nome, Bettino mi aveva aiutato ad accettare a essere Aurélien nel bene e nel male.

In realtà Bettino mi è tornato in mente per via di un sogno. Mi trovavo all’interno di un ateneo universitario dove dovevo svolgere un esame di politica. Ma dovevo seguire un corso prima di sostenere quell’esame, Insieme con me a fare il corso c’erano Silvio Berlusconi e Romano Prodi. E indovinate chi era il prof? Proprio lui. Il signor Bettino. Ma nel sogno era chiamato il professor Craxi.

   Nel sogno Silvio e Romano si facevano i dispetti l’un l’altro, ed io mi ci trovavo in mezzo quando volevo seguire la lezione di politica del professor Bettino, perché senza quella lezione non potevo studiare.

   A un certo punto il professor Bettino si accorse di Silvio e Romano. Senza neanche dire una parola, li tirò per le orecchie, e li buttò fuori dalla classe. Poi si rivolse verso di me, e mi disse con quel suo vocione: “Facente, non farti calpestare. Quando qualcuno fa il bulletto bisogna farlo smettere. E poi francamente quei due mi stavano sulle scatole da un po’. Bene, adesso torniamo alla lezione.”

   Mi svegliai. Era solo un sogno. Uno stupido sogno. Mi misi a sorridere a denti stretti. Non perché avevo sognato Bettino Craxi che tirava le orecchie di Romano Prodi e di Silvio Berlusconi, ma perché tutto il sogno era assurdo. Talmente assurdo che forse più di qualcuno avrebbe voluto che il sogno fosse realtà.

   La Storia la sappiamo un po’ tutti com’è andata, e purtroppo non possiamo cambiarla.

Tornai a dormire, sapendo che Bettino sarebbe inevitabilmente apparso in qualche mio blog. È pur sempre venuto a Crotone, e ha parlato a Piazza Pitagora, e c’era un sacco di gente, ma proprio un sacco…

   E questo un bambino non se lo dimentica.

   Non ho visto il film di Gianni Amelio. Non ancora. Ho ascoltato di tutto su Craxi negli anni che seguirono dopo il suo esilio e dopo la sua morte. Anche sul film se ne sono dette parecchie. Oggi non oso raccontare Craxi oltre il mio ricordo e questo sogno che feci anni fa. Ero bambino quando Craxi era al centro della politica italiana. Era il primo politico che ho visto in televisione. Lo riconoscevo facilmente. Mi colpì più degli altri perché era profondamente diverso. E molto probabilmente ha pagato questo “suo essere diverso”. Di sicuro, nascondere la storia di Craxi, nel bene e nel male, fa male al Paese. Perché per un periodo lui era il Paese…

Aurélien Facente, gennaio 2019 

Pubblicato da

Aurelien Facente

writer, artist photographer, videomaker

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