Coronavirus KR – Ora è il tempo di essere tutti un po’ come San Giuseppe

Crotone. Quarantena giorno 11. È il 19 marzo. Il sole sta splendendo, ogni tanto accompagnato da un vento fresco. La situazione è di perenne attesa. Siamo tutti in libertà pressoché vigilata, se così si può definire.

   Perché c’è un Coronavirus che si aggira ben invisibile e nascosto. Ogni giorno c’è una conta di morti. Un bollettino che coinvolgerà tutta Italia ormai.

   Ma oggi è anche San Giuseppe, il giorno della festa del papà.

   Ricordo mio papà, Alfredo. Oggi non c’è più. Non posso nemmeno portargli un fiore al cimitero, ma credo che comprenderà. Anzi, forse nemmeno lo avrebbe voluto, conoscendolo.

   Di lui ho parlato anche in altre occasioni.

   Oggi è di San Giuseppe che voglio parlare, conosciuto come l’uomo che ha allevato Gesù per farlo diventare un uomo.

   Non è di religione che voglio parlare.

   Ma solo di provare a capire che bisogna scorporare il Santo da quello che realmente rappresenta. Non si tratta di una bestemmia, perché San Giuseppe è un simbolo che forse non riusciamo o non vogliamo vedere per quello che è, ovvero un uomo che ha scelto di essere padre e di portarne fino alla fine la missione.

   Oggi che cosa vuol dire essere padre?

   Mettere al mondo un bambino e lasciare che cresca da solo, perché può cavarsela da solo?

   Certo, esiste il padre superficiale.

   Poi c’è il padre divorziato, o separato, che il più delle volte è costretto a vedere i figli per qualche giorno la settimana, se gli va bene.

   Ma c’è anche il padre violento, ed esiste perché non ha voluto essere come San Giuseppe.

   E infine c’è papà vero, quello che ti prende per mano e che non si fa sconfiggere dalle avversità dell’esistenza. Il papà vero che ti rimprovera quando sbagli, ma è capace di abbracciarti se tu fai qualcosa di giusto.

   Ma San Giuseppe era altro, ben altro.

   Ha preso per mano suo Figlio prima che nascesse, proteggendolo quando serviva, e facendolo nascere in una calda stalla. Noi abbiamo l’immagine della Sacra Famiglia ben impressa nel nostro presepe. Ma è solo un’immagine.

   Non esiste il papà perfetto, o almeno esiste solo quando il papà non ha paura di definirsi umano, perché solo essendo uomo può dare un esempio ai suoi figli.

   In fondo, San Giuseppe non si era mai mostrato come un guerriero invincibile. Era un semplice falegname, e così è rimasto.

   Purtroppo non abbiamo tante testimonianze scritte sul suo rapporto con il Figlio. Ma sappiamo che è stato fondamentale. Perché lo ha protetto da un mondo cattivo, ma lo ha anche incoraggiato a crescere perché potesse diventare Uomo.

   Vale lo stesso discorso per la donna. Un papà è un papà sia per un maschio che per una femmina.

   Oggi è il giorno dei papà.

   È giusto che ci sia, ed è giusto ricordare.

   Un pensiero va a quelli che non hanno avuto forse un papà adatto. Esistono anche loro, e non bisogna puntar loro il dito contro se non hanno avuto un papà vero.

   Essere papà è prima di tutto una scelta di responsabilità.

   E chi l’abbraccia in pieno, allora acquisisce una grande forza, perché il papà si permette di compiere gesti che senza un figlio non compierebbe mai.

   Il papà può essere tutto.

   Ma sta a lui scegliere di assumersi la responsabilità.

   Scrivo quest’articolo, dedicandolo a tutti i papà che in questo momento storico non possono stare vicino ai loro figli.

   Abbiate pazienza. Siate come San Giuseppe, quando si prese cura del bimbo quando era in grembo. Perché la presenza non deve solo essere fisica, ma deve essere anche rappresentata dalla volontà di parlare con ogni vostro figlio.

   Tanti auguri, cari papà.

Aurélien Facente, 19 marzo 2020

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Aurelien Facente

writer, artist photographer, videomaker

1 commento su “Coronavirus KR – Ora è il tempo di essere tutti un po’ come San Giuseppe”

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