Coronavirus KR – Ho visto un uomo con la speranza per battere la paura

C’è un momento in cui la notte è più buia perché si prepara a lasciare il posto alla luce del mattino.

   Ho visto Papa Francesco parlare ad una piazza vuota, silenziosa, senza persone.

   Ho aspettato prima di pensare a scrivere qualcosa.

   Volevo rivedere con attenzione la fotografia di tale momento, augurandomi che il messaggio sia passato.

   Cerco di non guardare Papa Francesco come la massima autorità della Chiesa Cattolica.

   Ho voluto vedere l’uomo.

   Un uomo che affronta il male, alzandosi da solo e cercando di dare conforto alle tante persone lontane, che forse mai come in tal caso sono, in realtà, molto più vicine.

   Sì, perché la preghiera, qualunque essa sia, non conosce tempo e spazio.

   La preghiera ha il grande e unico pregio che può raggiungere l’umanità in ogni dove e in ogni quando.

   Ma, nella mia singola individualità, non ho voluto ascoltare la preghiera di Papa Francesco. Non me ne voglia, Sua Santità. Ero impegnato altrove, a casa, a dare conforto a qualche persona che in quel momento non guardava la tv. E credo che il Santo Padre mi perdonerà, perché poi tanto la preghiera la fai quando realmente ti senti in dovere di farla. La preghiera non ammette ipocrisie ed egoismi.

   Ma resta il fatto che Papa Francesco ha fatto il gesto che serviva.

   Quello di alzarsi di fronte al male e di fronteggiarlo, senza avere paura di esso.

   Ho visto tanta paura e incertezza in questi giorni.

   Nel mio piccolo antro, ho insistito che gli altri cominciassero ad affrontare la paura a piccoli passi. Perché la paura, se non governata, porta facilmente al male. La paura rende egoisti nel tempo.

   Perciò ringrazio il gesto di Papa Francesco.

   Più della preghiera stessa.

   Perché è il gesto di un uomo che si arma della speranza per battere la paura.

   In fondo, chi cerca conforto nella preghiera cerca proprio la speranza.

   Sono giorni bui e incerti.

   Ma alla fine c’è sempre qualcuno che affronta il buio per indicare che da qualche parte c’è una luce.

Aurélien Facente, marzo 2020

Pubblicato da

Aurelien Facente

writer, artist photographer, videomaker

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