La lezione che la Nazionale Italiana dà nelle sue imprese…

L’Italia azzurra ha vinto il Campionato Europeo più bizzarro della storia del calcio. Un Europeo rimandato di un anno per via del Covid-19, ma alla fine si è disputato con una vittoria, che guardando il percorso, è strameritata ed entra di diritto come forse una delle più belle vittorie dello sport.

Ha vinto la squadra prima di tutto. Giusto riconoscerlo, perché nessuno è stato protagonista a discapito degli altri. La squadra ha vinto e non l’individualismo. Qui, Roberto Mancini è stato bravo a realizzare un capolavoro sportivo, e i numeri gli danno ragione, visto che la Nazionale in tutto il percorso europeo non ha avuto una sconfitta. Ed è giusto che la Coppa sia figlia sua, dimostrando che oltre a essere un genio è anche un allenatore preparato. Non era scontato andare a vincere a Wembley.

Questa Italia entra nella Storia perché è un remake di altre tre nazionali molto amate. Quella del 1982 ovviamente, quando si vinsero i mondiali spagnoli. Una squadra molto umana che riuscì a vincere meritatamente in mezzo ai giganti. Poi mi piace ricordare Italia 90′, una nazionale che perse la semifinale ai rigori contro l’Argentina di Maradona, ma che seppe dare una lezione di sport comunque (e vinse il terzo posto proprio contro l’Inghilterra). Infine c’è la vittoria del 2006 in Germania. Una nazionale fatta di star che non fecero le star. Una squadra che psicologicamente era provata dallo scandalo calciopoli, che un passo alla volta arrivò in finale vincendola ai rigori con la Francia in una partita dai continui colpi di scena fino all’ultimo rigore. Ma anche qui vinse la Squadra. Contro tutto e tutti, dando un calcio alla paura dell’onta e dell’incertezza.

L’Italia (nazione) è stata falcidiata dalla paura del Covid-19 (una paura sulla quale hanno marciato in molti, a cominciare dalla politica e dai media. Inutile fare l’elenco di baggianate televisive che hanno accompagnato la Nazionale in queste settimane.

L’impresa dell’Italia azzurra riporterà un po’ di cose in ordine. Prima di tutto il lavoro di squadra, messaggio importantissimo che vale sempre. Se c’è una squadra che ha fatto la squadra è proprio l’Italia. Questo dovrebbe servire di lezione più alla politica italiana che si perde nel protagonismo più bieco (il che fa capire perché l’Italia nazionale produce decine di milioni di spettatori piuttosto che i loro insulsi dibattiti televisivi).

Ovviamente dà un calcio alla paura. E non è una cosa scontata. La notte di festeggiamenti che si è consumata tra domenica 11 luglio e il lunedì 12 nelle piazze scriverà una storia leggermente diversa per quanto riguarda la pandemia da Covid-19, almeno per come ce l’hanno raccontata.

L’impresa di una nazionale di calcio che vince abbatte la paura, ed inevitabilmente offre un’opportunità di speranza per il popolo. Questa carica di allegria ci apre le porte di un risveglio, il che sarà importante anche ai fini di certa scienza (anche se dei precedenti c’erano già stati, ma a sprazzi e non attentamente osservati). Questo non implica la fine della pandemia, ma ovviamente sarà un capitolo molto importante per il modo di affrontarla, ovvero con maggior coraggio e meno apocalisse.

L’impresa sportiva ci regala un ritratto reale della salute del Paese. Qui, la politica mediatica fin qui ci ha regalato un ritratto di un popolo che non dà rispetto alle tante minoranze (sessuali, razziali, religiose). Le piazze della notte non sono così. Tanta gente in piazza tutta unita e pronta a sorridere. In Italia ci sono molti problemi, ma alcuni li immagina molto la politica. La notte tra domenica e lunedì racconta di un Paese che ha ben altre ferite, e che ha un bisogno fermo di tornare a sorridere. Altro che razzismo e discriminazione. Lo sport di squadra è immune per natura da queste problematiche, ed è con i gesti spontanei che fa vedere che si va ben oltre le differenze. I ragazzi della Nazionale sono andati oltre l’odio e la paura, e hanno dimostrato che l’applicazione, il gruppo, il fare squadra, e l’essere semplicemente se stessi aiuta a combattere meglio determinati temi piuttosto che farsi dare qualche lezioncina da qualche moralizzatore in tivù. Gli uomini della Nazionale azzurra sono rimasti loro stessi, e questa è la più grande lezione di sport e di civiltà che si potesse dare agli occhi del mondo.

La meritata vittoria della Nazionale Azzurra ai danni dell’Inghilterra, l’eterna incompiuta, non risolverà tutti i problemi della nazione Italia. Questo è ben chiaro. Ma una vittoria del genere aiuta eccome. Questa storia sportiva aprirà inevitabilmente un capitolo nuovo nella storia dell’Italia nazione. Perché il suo messaggio di vittoria inevitabilmente passerà e fungerà da esempio.

Questa non è una vittoria dell’individualismo e del protagonismo bieco.

Si tratta di una Vittoria della Squadra.

Questa è una Vittoria che va raccontata con il seguente messaggio: un passo alla volta andando sempre avanti, e mandare a quel paese qualsiasi tipo di sondaggio o di moralismo.

Grazie, Azzurri. Grazie per questa pagina di Sport.

Aurélien Facente, 12 luglio 2021

Pubblicato da

Aurelien Facente

writer, artist photographer, videomaker

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