Comincia la caduta del mito politico europeo attraverso le elezioni francesi.

Bisogna guardare al proprio vicino con curiosità. I cugini francesi sono diventati pestiferi. Elezioni legislative, che tradotto in Italia sarebbero le elezioni per il rinnovo della Camera e del Senato. Guai a non guardare quello che succede lì, perché succederà anche in Italia.

C’era una volta un presidente di nome Emmanuel Macron.

Governava la Francia con un nuovo partito politico (che ha cambiato già nome) per dimostrare che la politica europea fosse la migliore. Apprezzamenti da vari media italiani, a cominciare dal PD.

Macron, in realtà, era l’ultima possibilità per credere alla grandeur dell’Europa unita.

Arriva la pandemia, e tutta la politica europea mostra il peggio di sé. Altro che destra e sinistra, o fascismo e comunismo. Il festival della follia tra gli scranni del potere.

Poi è arrivata la misteriosa guerra tra ucraini e russi.

E allora l’occasione diventa ghiotta. Tutto il mondo pseudomoderato di sinistra e simili alzano la cresta. Tutti a fare gli eroi e a combattere contro il cattivo russo.

Macron, intelligentemente, prende una posizione leggermente più moderata. Ma dimentica qualcosa. Che la sua politica comincia a non essere più creduta. Senza contare che il partito dell’astensionismo cresce. Ma se vuoi restare in piedi, allora meglio ridicolizzare gli altri.

Il nemico numero 1 da abbattere è la signora Marine Le Pen, la fascistona del Front National. La signora è di destra, per alcuni fascista. Non prova vergogna a candidarsi alla presidenza dell’Eliseo, ma nonostante sia la cattiva il suo elettorato cresce. Ma nessuno si chiede perché.

E già. Perché quelli che appoggiano Macron sono i migliori, sanno tutto, risolveranno tutto. A patto che i cittadini stiano zitti e digeriscano gli orrori economici e sociali che li faranno stare bene.

La Francia assomiglia molto all’Italia in questo momento storico.

Economia al ribasso, povertà in vistoso aumento, carovita eccessivo, tassazione alta e non giustificata da fatti (anche il ministero della salute francese doveva rendere eccellenti gli ospedali), degrado a più non posso. Questo è quello che la gente vive, ma viene smentito anche da molti media (quelli allineati al pensiero governativo),

Beh, l’Italia somiglia molto alla Francia. La differenza a questo punto sta nella razza, aggiungerei.

Alle presidenziali Macron vince con affanno. Ma con un astensionismo monstre.

Ma in Italia è preferibile non vedere queste cose. Anzi, qui in tv tutti eroi di guerra, ma non di economia giornaliera.

La fortuna vuole che subito dopo le presidenziali, arrivano le nazionali in Francia.

E qui c’è il signor Melenchon, noto agitatore comunista. In Italia se ne parla poco, ma è adesso il primo partito di opposizione. Anche lui è brutto e cattivo perché non vuole essere schiavo delle scelte dell’Europa. In Italia non si deve parlare di lui, ma stranamente questo gentile signore ha il merito di riprendere un po’ di quella sinistra che tutti amano, e non a caso il risultato gli da ragione.

Ieri, 19 giugno 2022, si sono svolte le elezioni francesi. E il signor Macron perde la cosiddetta maggioranza assoluta. Per la prima volta nella storia della République Française un Presidente perde la maggioranza in Parlamento.

E ovviamente adesso capiremo dove si andrà a svoltare.

Ma c’è un dato che nessuno considera, e in questo ci arriverà pure l’Italia (nella mia Crotone lo conosciamo già).

Oltre il 54% di astensionismo, ovvero oltre un elettore su due ha preferito non votare. Decretando la fine della propria democrazia, ma decretando anche la mancanza di credibilità dell’europeismo estremo e convinto che, di fatto, ha aumentato a dismisura gli orrori sociali.

Un brutto problema che si dovrebbe considerare eccome.

Perché se un elettore su due non vota e non mostra sensibilità nei confronti della democrazia, vuol dire che qualcosa non va.

In Francia la signora Le Pen e il signor Melenchon vincono relativamente, ma perché conquistano quel poco di voto che resta, andando in netta crescita. A discapito del Macron che perde miserabilmente, anche perché il Presidente sarò anche una persona capace, ma attorno a lui non è che ci siano persone simpatiche ed amabili. Tutt’altro. Mezzo governo è stato bocciato già al primo turno (in Francia si vota in due turni per le nazionali), il che vuol dire che i migliori magari saranno migliori solo a blaterare e fare chiacchiere.

Comunque qualcosa di simile avverrà anche in Italia nel 2023.

Ormai l’insieme della politica italiana (e già nelle comunali recenti si è visto) racchiude un elettorato super diviso e molto incline a fregarsene di avere una rappresentanza. E se la premessa è questa, sarà una tragedia enorme. Non per chi non ha votato. Non a questo giro almeno. Perché il non voto è diventata la sola arma di dissenso al degrado e alla menzogna politica degli ultimi anni. A Crotone, giusto per fare un esempio pratico, l’astensionismo ha raggiunto quota 70% alle regionali calabresi, un dato che dovrebbe far riflettere.

In Francia quelli che votano la Le Pen lo hanno fatto per disperazione.

E succederà anche qui.

Non si è migliori nei confronti dell’avversario deridendolo e schifandolo.

Si è migliori quando la tua gente vive.

Quando dentro l’Italia politica si arriverà a capire questa regola semplice, forse riuscirà a riprendere un po’ di credibilità. Sì, perché se non credo nella politica non credo nella repubblica, e se non credo nella repubblica non credo nemmeno nella legge. E questo dovrà per forza di cosa essere uno degli argomenti che dovrebbero alimentare il dibattito.

Ma in Italia sbatteremo contro un muro, fidatevi. Ma tanto dobbiamo ascoltare solo gli specialisti, come disse qualcuno che conosco.

Aurélien Facente, 20 giugno 2022

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Aurelien Facente

writer, artist photographer, videomaker

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