L’acqua, le cucuzze e il culo del cucuzzaro

A Crotone siamo vittima di un gioco malsano. Bene che si sappia, perché qui siamo davanti a violazioni di diritti umani e di diritti di chiarezza, e questi ultimi si sono andati a fare benedire da un bel po’ di tempo.

A Crotone e provincia (parte) in un giorno d’estate, la signora Sorical appare e raziona l’acqua. Il perché è presto detto. La giustificazione arriva puntuale sui giornali locali, e arriva la denuncia del megadebito della signora Congesi, un consorzio uscito dopo la chiusura di Soakro, altro pasticciaccio della politica lungimirante crotonese. Ma neanche Sorical è da meno in quanto pasticciaccio, solo che lei è figlia della Regione Calabria.

Questa simpatica (ma tragica e rompiscatole) storiella avviene puntualmente ogni anno d’estate, e puntualmente ogni anno scopriamo che ci sono milioni di euro in ballo, senza mai capire perché chi paga la bolletta dell’acqua debba essere penalizzato in questa guerra tra enti, che ovviamente giocano al cucuzzaro. Loro sono le cucuzze, e i cittadini il cucuzzaro.

Sono andato nell’orto e ho trovato tre cucuzze. E perché tre? E allora quanto? Tutto in culo al cucuzzaro.

Sintesi perfetta di questa situazione che dura da parecchi anni.

E cosa succederà? Arriveranno i sindaci con le loro ordinanze e riapriranno l’acqua.

In un gioco eternamente singolare per la pazienza del cucuzzaro, ovvero il popolo.

E questa storia va avanti da anni, in barba ad ogni diritto sancito su un referendum che definisce l’acqua come bene pubblico, ma gestito come se fosse qualcosa di privato. La prova sta nel fatto che si stringe il rubinetto, senza però chiedere parere al popolo.

Ora, a distanza di anni, qualche domanda sorgerebbe spontanea. Eccome se sorge.

La prima è perché non si va in tribunale a risolvere definitivamente la faccenda.

La seconda è perché a distanza di anni ancora non si è voluto raggiungere un accordo di ripianamento debito su più anni, vista la scarsezza economica che vige nelle casse dei comuni coinvolti, e perché non si è fatto un accordo.

Terza domanda è una risposta velata: ci piace dare spettacolo.

Ora, a discapito di qualsiasi ironia, l’argomento acqua non è da prendere alla leggera. Ed è giusto che il servizio vada pagato, soprattutto se c’è una continua manutenzione. Ma non prendiamoci in giro con questi giochetti di forza per dimostrare chissà che cosa.

Negli ultimi tre anni un accordo si poteva trovare benissimo, e nelle ultime settimane, vista la riacquisizione della Sorical da parte della Regione Calabria sarebbe stato ancora più motivante farlo. Anche perché adesso, in un forte periodo di ristrettezze economiche, non è plausibile cacciare il grosso assegno come se fosse un gioco di prestigio. Perché è evidente che ora il denaro serve a tutti in un periodo di povertà.

In Calabria l’acqua è un argomento molto importante. Oltre che abusato nel tempo. Ogni provincia in Calabria ha una sua storia con tutte le sue complicanze perché non c’è mai stata una progettazione comune atta a rendere il servizio quantomeno civile. Ci sono piccoli progressi tecnici, ma Sorical non può nascondere, così come altri consorzi calabresi, che la gestione dell’acqua è stata un deficit economico perché oggetto da usare in campagna elettorale, e che alla base di questa visione ha ovviamente portato l’ente a farsi la guerra con altri enti. Una guerra mai risolta dove i cittadini di tutti i giorni ne patiscono gli effetti. Senza contare l’immagine che si dà alla Calabria in termini di servizio ed efficienza.

Una storia del genere, l’anno passato, ha fatto deviare parecchie persone dal tornare in Calabria, e non stiamo parlando di guasti, ma di questa guerra dell’assurdo che si poteva benissimo risolvere con la ridefinizione di un accordo.

Ora abbiamo un Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che un’operazione intelligente è riuscita a portarla in porto. Rendere la Regione Calabria come solo proprietario di Sorical, il che già questo permetterebbe un po’ di ordine. Ma di lavoro ce n’è da fare tantissimo a dire il vero, e proprio in virtù di questo cambiamento era auspicabile la definizione di un nuovo accordo senza che i cittadini della provincia di Crotone ne potessero risentire.

Ma sapete com’è? Qua si preferisce giocare al cucuzzaro. Solo che dalle mie parti, il culo del cucuzzaro cambia cucuzzaro. Perché anche alle cucuzze tocca fare il cucuzzaro. Come la ruota che gira insomma. Io so già chi sarà il nuovo cucuzzaro. Ma non lo dico. Si tratta pur sempre di uno spoiler.

Aurélien Facente, 4 luglio 2022

Pubblicato da

Aurelien Facente

writer, artist photographer, videomaker

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