La magica Jole nella Calabria mai contenta

Ho delle difficoltà a capire molti miei amici calabresi. Non me ne vogliano lor signori, e non prendano il titolo del blog come una strenua difesa della Presidente Jole Santelli, appena proclamata a capo della Regione Calabria, un ente tra i più disastrati e considerati come “lontani” dai cittadini. Il dato astensionistico supera il 50% largamente, e basta quello per far capire quanto l’ente sia percepito realmente. Tant’è che esiste e c’è una rappresentanza che va votata per amministrarlo.

   Questa volta è toccato alla magica Jole, che con la sua ciurma di centrodestra si mangia gli avversari, e si prende lo scranno meno ambito d’Italia (beh, visti i precedenti presidenti si può ovviamente capirne il perché).

   Ora tutti si scandalizzano perché la Presidente abbia scelto di stare tre giorni a Roma (dove tra l’altro c’è un palazzo della Regione Calabria), dove tra l’altro ha i suoi contatti migliori (per via del suo recente passato da parlamentare).

   Su questo ci sono quattro elementi da tenere in considerazione: 1. la magica Jole ha vinto, tuttavia, le elezioni e allora è libera di decidere una strada diversa dell’amministrare (viste le precedenti non totalmente eccelse); 2. la magica Jole ha vinto le elezioni, e può dire (anzi, deve) la sua come meglio crede; 3. si tratta della prima Presidente donna (fattore storico importante, anche se non vi piace) della Regione Calabria, ed è logico che la sua strada è diversa, nel modo di pensare e di ragionare, da quella di un uomo (e i suoi predecessori non è che siano stati i migliori); 4. il più importante, ovvero la consapevolezza di giocarsi il tutto per tutto, visto che per la stessa magica Jole è una seria possibilità di dimostrare che può governare, essendo sempre lei stata in posti più di rappresentanza (deputato e sottosegretario, anche se quest’ultimo ruolo è un pochino più di comando, ma non parliamo del potere di un ministro) che di comando (ad eccezion fatta dei suoi anni da vice sindaco di Cosenza, dove il peso istituzionale si fa sentire eccome), e perciò vorrà dimostrare di avere delle capacità.

   C’è un altro elemento molto importante da non sottovalutare. L’aspetto umano.

   Fermo restando che non la conosco personalmente, ma lei, confessato pubblicamente tra l’altro, soffre di un male che è per sua stessa natura una sorta di roulette russa. Perciò il suo modo di ragionare, pensare, vivere è diverso dal comune pensare. Lei stessa ne è consapevole, non ne fa un segreto, e questo la rende più forte e caparbia.

   Ora sommate i 5 elementi citati sopra, e avrete un qualcosa di lontanamente diverso da quello che c’è stato prima. E quando è diverso, impossibile è capirne la direzione.

   Ha iniziato a realizzare la sua personale Giunta.

   Il primo è quell’uomo mascherato che è il capitano Ultimo, la leggenda vivente che ha catturato il boss dei boss. Si occuperà dell’ambiente alla Regione Calabria. Certo, è mascherato. Ma almeno sappiamo chi è e che cosa faceva. Un eroe del nostro tempo chiamato ad agire in nome di un argomento che in Calabria è stato sempre messo in secondo o terzo piano del tutto, ovvero l’ambiente. Di certo, è una sorpresa che ha creato dissenso (parecchio perché controcorrente, e rovina i piani di qualcuno che voleva continuare l’invisibile opera pia dei predecessori, tutti famosi per essere stati completamente anonimi nel ricordo dei calabresi).

   Poi è stata nominata l’astrofisica, quella dottoressa Savaglio che finì addirittura sul Time (per meriti propri tra l’altro), e che si occuperà dell’università, altro argomento molto sottovalutato dalle nostre parti (a Crotone sono stati capaci di chiudere un polo universitario tra l’altro, e quanti stanno zitti su quest’argomento).

   E sono sicuro che le sorprese, positive o negative che siano, non finiranno qui.

   È presto per avere un’opinione, anche se la tentazione è di incoraggiare la magica Jole, che si sta rivelando un’anomalia abbastanza piacevole, tutto sommato. Perché ci sorprende, ci fa discutere, ci fa dissentire. Un vero e proprio contrasto in questa regione, e forse in questo periodo storico serve proprio il contrasto, visti i precedenti soggetti molto opachi.

   Ci sono gli scontenti, ci sono gli oppositori, ci sono quelli che la giudicano per quel servizietto tv delle Iene.

   Continuate a sottovalutarla. Diritto pieno di farlo.

   Per esperienza (il sottoscritto ha poco più di 40 anni), vi dico che ora per ora è un film da seguire fino alla fine. Perché non è il solito film con gli accordi di potere decisi prima delle elezioni.

Aurélien Facente, 2020

Caro Rino, perdonalo perché non sa quello che fa

Qui Calabria. Provincia di Crotone. Siamo nel pieno della campagna elettorale per gli scranni vuoti della Regione. La campagna elettorale si è accesa, e ognuno dei candidati si presenta con la sua paginetta Facebook o, peggio ancora, con il suo profilo gestito da altri. E c’è anche chi ce l’ha già.

   Pensavo che il caro Rino, per quest’anno almeno, sarebbe stato messo da parte. Le canzoni di Rino, lo sanno bene i fan, sono tutto fuorché slogan politici. Però oggi in politica vale tutto, vale proprio tutto.

   Passare da sinistra a destra, dando la spiegazione che da quella parte erano litigiosi e allora meglio passare dall’altra parte. Tutto pur di coprire una forte impronta individualista, giusto per non usare il termine “supercazzola”.

   Certo, questo tipo di comportamento può essere criticabile. Ma è permesso e tollerato dalla classe politica. Perché se hai la possibilità di accaparrarti quello che ti porta i cinquemila o i seimila voti, allora meglio riportarlo alla verginità politica, e tutto quel passato cancellarlo come se non fosse nulla.

   Il regno dell’incoerenza e dell’ipocrisia, ormai malattie conclamate di questa politica tutta italiana.

   E qui in Calabria non sono da meno.

   Lasciamo perdere però l’individualismo, ormai caratteristica conclamata.

   Diamo pure per buono che tu, caro candidato, lo hai fatto davvero per la tua terra, per il tuo territorio.

  Giocati questa possibilità. In fondo, nessuno odia la propria terra. Poi qui in Calabria, se la detesti (nonostante ci siano molte ragioni per farlo) ti perseguitano. Perché detestare la Calabria è come offendere la propria madre. Già, noi calabresi ci crediamo tanto alla nostra bella terra, anche se siamo capaci di maltrattarla come non pochi.

   Da un buon decennio almeno, le campagne elettorali si sono contaminate delle canzoni di Rino Gaetano. Osano approfittarsi dell’arte e della musica di un uomo che era al di sopra delle parti. Basta leggerne i testi, e capire che Rino andava oltre…

   Prima fu la sinistra a usarlo per bene nelle sue campagne elettorali. Sì, perché io conosco e trasmetto la musica di Rino, così il popolino mi vede come una persona simpatica e meritoria del potere.

   Poi hanno cominciato a usarlo anche quelli di destra.

   E infine i 5stelle, ma solo in pochissimi casi, a dire il vero. Loro, almeno, preferiscono fare altro piuttosto che sobbarcarsi la musica di Rino. Un piccolissimo punto a loro favore, dunque. Ma finisce qui.

   Credevo di non ascoltare la musica di Rino nei comizi. Credevo che Rino tornasse nel nostro immaginario collettivo a cantare liberamente in radio, in tv, sui cd. Dappertutto, fuorché nella politica. Perché Rino è il cantante di tutti noi, della gente comune di tutti i giorni. Quindi i fan, ogni volta che s’avvicina la campagna elettorale, si arrabbiano.

   Usate altre canzoni, ma non quelle di Rino.

   Purtroppo la politica è molto sorda in questo secolo. Ma proprio sorda.

   E molto presuntuosa.

   Su whatsapp mi mandano un link. Mi si apre un profilo Facebook di un personaggio politico che gioca a fare il contadino. Il titolo è “A mano a mano”, titolo della canzone di Riccardo Cocciante reinterpretata da Rino Gaetano. La canzone è anche l’inno del Crotone Calcio, giusto per aggiungere qualcosa.

   Il messaggio whatsapp continua: “Ascolta.”

   Ok. Apro il video. Mi aspettavo di sentire la reinterpretazione di Rino, ma la canzone è un’altra. Giuro. Un’altra canzone. Una delle più amate tra l’altro. Forse LA CANZONE per eccellenza di Rino.

   “Il cielo è sempre più blu”.

   Ma come si fa a confondere volutamente “A mano a mano” con “Il cielo è sempre più blu”? Vi rendete conto?

   Stavo per buttare lo smartphone, ma poi mi sono guardato dal farlo. Mi sono reso conto che forse è meglio riderci su di quel candidato, lasciarlo perdere, lasciarlo nella sua illusione di essere vincente.

   Hai già perso, amico mio.

   Perché uno sbaglio del genere ti fa vedere in tutta la tua presunzione.

   Ti perdono, perché anche Rino, da lassù, è pronto a perdonarti.

   Meglio ridere adesso.

   Ma della presunzione bisognerebbe piangere invece.

   Intanto il mio voto, semmai arriva, te lo sei giocato.

Aurélien Facente, gennaio 2019