Il dolce scherzo di Frog

C’è un artista che si firma Frog, Sta lasciando in giro per la città di Crotone una serie di opere disegnate e attaccate come poster nei muri degradati della città. Di notte Frog installa e come per magia il mattino dopo il muro degradato s’incanta di bellezza e contenuti.

   Un gesto puramente artistico e semplice.

   Almeno per chi è abituato a vivere con concetti d’arte.

   Sono tanti gli artisti che hanno usato i muri per esprimere la propria arte.

   Pittori che hanno dipinti affreschi, i writers dei muri in giro per il mondo, e adesso la cosiddetta poster art.

   In Calabria abbiamo un nobile predecessore di Frog. Un certo signor Mimmo Rotella di Catanzaro. Anche lui si è occupato di abbellire i muri della sua Catanzaro tantissimi anni fa.

   Erano anni dove la strada era il principale mezzo di comunicazione dell’arte. Un concetto che oggi Frog ripresenta a modo suo.

   A Crotone impazza la Frog mania.

   Tutti a chiedersi chi è, perché lo fa, perché proprio a Crotone. La notizia rimbalza tra i social attraverso le varie testate, tanto che ti fa capire che forse il giornalismo crotonese in primis ha bisogno proprio di contenuti.

   Poi ci sono le persone. Certo, qualcuno s’è trovato l’opera sotto casa. L’ha fotografata e postata su Facebook. Tutti a ringraziarlo.

   C’è un estremo bisogno di bellezza a Crotone, così come c’è un estremo bisogno di ascoltare una favola, di viverla.

   Crotone, la città che si fa tanto vanto del suo lontano e glorioso passato, eppure ha bisogno di vivere il presente con colori vivaci, visto che oggi è una cittadina molto grigia, rassegnata, lasciata all’abbandono dalle stesse anime che la popolano.

   Non offendetevi, cari crotonesi.

   Perché in fondo sapete che questa città vive un degrado continuo con colpe molto condivise. Una città dove è più facile chiudere un posto piuttosto che aprirlo.

   Frog è un artista contemporaneo, testimone del suo tempo.

   Ovviamente che vive a Crotone e in Calabria.

   Lascia le sue opere in giro, attaccate a muri ben scelti.

   Pezzi di carta attaccati come manifesti, e disegni molto comics.

   Il bisogno di bellezza nelle strade rifiorisce nei cuori dei cittadini.

   Me ne sono occupato in video un po’ di tempo fa.

   Ho studiato il suo profilo artistico, tenendo conto che alla fine Frog ha iniziato un giorno artistico.

   Non c’è da seguire la sua vera identità. Non al momento. Perché è lui/lei che troverà il momento di farsi vedere, sempre che voglia farlo. Non è uscito allo scoperto quando quel genio dell’ex vicesindaco di Crotone addirittura voleva affidargli tutto un muro, come se Frog si manifestasse per assecondare un gioco abbastanza volgare da parte della politica, che poteva e doveva tener conto già di altri artisti esistenti.

   Frog non imbratta i muri.

   Attacca le sue opere, raccontando i suoi stati d’animo del momento. Ogni lavoro è un indizio sulla sua anima, sensibile e attenta.

   Opere semplici e mirate.

   Opere di carta che affrontano gli imprevisti del quotidiano. Un disgraziato che strappa un pezzo di disegno per portarselo a casa, un giorno di pioggia che inumidisce il muro che non può tenere il disegno (già, l’umidità dà molto fastidio alla colla), poi magari scopri che è un bambino a strappare e non te la puoi prendere, oppure scopri che su quel muro dovevano farci una nuova colorazione, e allora si sbarazzano dell’opera, che è già concepita per essere sbarazzata.

   E la gente parla.

   Il deturpamento fa parte del giorno, anche se voi non lo volete.

   Frog è quel tipo di artista che gioca con il dissenso, e di certo non piange se qualcuno o qualcosa deturpa l’opera. Per lui è più importante il messaggio piuttosto che l’opera in sé. Perché Frog concepisce un concetto di arte che ha più bisogno del contenuto piuttosto che della forma. L’arte è rivolta a tutti e deve essere in qualche modo fruibile a tutti. Un concetto simile pensato da Keith Haring, l’artista concettuale che aveva capito il bisogno di arte nelle persone più semplici. Perché tutti hanno bisogno della bellezza. Almeno sotto casa, perché oggi la gente difficilmente compra un dipinto, o una fotografia, o un disegno.

   L’arte in strada stimola la persona normale. L’arte crea dissenso. Guai se non fosse così. Frog funziona perché crea dissenso. Il dissenso è importante perché è alla base della libertà del pensiero che si muove.

   E il pensiero che si muove è il primo atto per il miglioramento di tutto ciò che è intorno a noi.

   Frog ha di recente realizzato un ritratto del procuratore Gratteri.

   Un lavoro abbastanza semplice.

   Notizia sui giornali.

   L’opera viene deturpata.

   Notizia sui giornali.

   Dissenso generale.

   Frog si nasconde tra le ombre di una città grigia, e tutti s’indignano per un deturpare che già faceva parte del gioco.

   L’importante è il dissenso, il sapere di avere una coscienza pensante.

   Lo seguo nei suoi percorsi. Ma non mi ossessiono a capire chi è. Capisco il suo progetto. Lo rispetto. Ne parlo come se fosse un ragazzo.

   Frog è un’idea, e tale resterà per il momento.

   Sarà lui/lei a rivelarsi un giorno.

   Però, intanto, aspettate con pazienza.

   E giocate anche voi a questo dolce scherzo.

Aurélien Facente, gennaio 2019

Campagne elettorali strapiene di paginette e profili Facebook

Che Facebook abbia cambiato il modo di comunicare tra noi ominidi umani è ormai un dato di fatto. Ma che Facebook sia il problema è la più classica delle masturbazioni mentali, perché di fatto sono le persone a usarlo e sono responsabili del come lo usano. Ogni giorno vedo tanti di quei post copia/incolla che mi stupisce che in questa umanità nessuno ha capito che Facebook funziona come un’azienda telefonica. Il mezzo cambia, ma il principio è lo stesso.

   Al di là di questa introduzione, c’è da dire è che da un pezzo la politica usa qualsiasi mezzo a disposizione per fare la propria propaganda, soprattutto quando inizia la campagna elettorale che ci porterà a votare e a scegliere quegli eroi che si troveranno per tot tempo ad amministrare la cosa pubblica.

   Quindi prima vi invadevano di fogliettini anche messi sotto la porta d’ingresso. Oggi vi invadono con i profili fake (non personalmente gestiti dai candidati stessi in buona parte) e con tante paginette pubbliche, dove v’inviteranno a mettere il like, detto volgarmente oggi “mi piace”, giusto per intenderci.

   E così prende vita il grande catalogo delle regionali (visto che tra poco si vota in Calabria, terra dove risiedo), poi toccherà alle comunali, poi magari toccherà alle nazionali, e così via. Peccato, perché la raccolta delle figurine era sempre preziosa, se non altro perché avevo un’idea con chi avevo a che fare.

   Quindi quando prendo lo smartphone e vedo su Facebook le tante pagine sponsorizzate, mi viene il sorriso. Un sorriso abbastanza amaro.

   Non sono ipocrita. Qualche paginetta la seguo, ma seguo solo quelle di soggetti con i quali magari ho collaborato o di quelli che qualcosa da dire ce l’hanno davvero (adoro soprattutto le pagine di chi è definito “coglione” da altri, quando sarebbe meglio analizzare i contenuti). Adoro le pagine di chi parla al proprio elettorato, anche mostrandosi in video. Adoro chi magari ha un blog e condivide i suoi punti di vista.

   Ma poi la cosa finisce lì. Non metto like alle pagine durante le campagne elettorali e nemmeno ai candidati. Magari accetto qualche amicizia fake, ma solo per il gusto di togliermi giusto la curiosità. E già so che chi c’è dietro se ne fotte completamente di me, visto che cerca consenso e voto.

   Funziona uguale per tutti.

   E tutti che si fanno la foto simpatica e che vogliono apparire angelici, come eroi invincibili contro un sistema al quale molti di loro hanno contribuito alla sua costruzione. Mi piacciono soprattutto i cambia casacca che si riciclano puntualmente, perché più che la politica gli interessa molto probabilmente il portafogli più gonfio.

   Certo, c’è chi fa politica in modo serio. Mica condanno tutti. Sono quelli che puntualmente aggiornano le loro pagine, e che non le abbandonano al caso. Sono quelli che ci credono in qualcosa di più trasparente. Ci sono anche quelli (ahimé troppo pochi) che vi rispondono direttamente e senza fronzoli.

   Ecco. Questi li rispetto.

   Ma gli altri possono anche andare a farsi un giro. Perché tanto tra qualche settimana le loro paginette ricadranno nel silenzio. Non hanno contenuti da offrire, ma forse solo qualche selfie fatto in giro. Adoro le foto dei vostri banchetti sulla strada. A un certo punto non manca la foto di tutta l’armata Brancaleone in piedi e tutti a sorridere come se voi foste la risposta ai problemi, quando magari voi siete parte del problema.

   Non dirò chi voterò o per chi farò campagna elettorale. Purtroppo lor signori devono capire che per uno come me prendere una posizione in una lunga serie di candidati del non senso diventa difficile. Ci tengo alla mia sanità mentale e alla mia salute.

   Quindi vi auguro un “in bocca al lupo” perché più di questo non posso fare.

   Se poi accettate di avere un incontro più o meno privato con me, magari avrete la mia considerazione (che è già qualcosa in questa società votata all’indifferenza).

   Ho un solo consiglio per voi, però. Un piccolo consiglio. Quando chiedete l’amicizia su Facebook, guardate un po’ l’attività dell’altro. Una semplice e piccola questione di rispetto. Non esistono solo i vostri bei selfie e le vostre belle paginette.

   Esiste anche altro nella vita, e sarebbe bene che lo consideraste.

   Quindi, non rompetemi ulteriormente con la propaganda, e mostratevi a me se avete coraggio, che credo sia più importante dell’apparire “fighi” agli altri.

   Lo so che sembro severo, ma in realtà voglio vivere con serenità la mia vita e tenere lontani da me alcuni problemi di stitichezza.

Aurélien Facente, gennaio 2020