Vi racconto un episodio curioso tutto crotonese

Mi è capitato un episodio curioso stamattina, mentre cercavo di capire come riprendere a far funzionare questo blog. Ho preso una pausa dalla scrittura perché avevo altre cose da fare, e negli ultimi tempi stavo molto riflettendo. Purtroppo è difficile scrivere quando sai che la lettura non è una cosa importante nel paese dove vivi.

Crotone è un posto dove la lettura, intesa come tale, non è una grossa prerogativa, anche se a onor del vero vedo ragazzi leggere. Basta vedere come le librerie (poche) riescono a vendere bene i cosiddetti manga. Ma questo non è un articolo sui manga.

Crotone è una ridente cittadina che ama vestire i panni della metropoli senza nemmeno esserlo. Non nascondo di vivere qualche problema culturale, ma chi è che non li vive oggi?

Sono assente da qui da parecchio tempo. Ho perso, costruttivamente, tempo a fare lo speaker su Facebook in modo preponderante. Ed è stato un esperimento fondamentale che mi ha creato molti nemici.

E già. Perché quando provi a raccontare la realtà, sembra che bisogna essere tifosi per forza di qualcosa o di qualcuno. Fare il tifo per il buonsenso è qualcosa di non totalmente obiettivo qui a Crotone. Ma tant’è che in qualche modo, da sempre in posti come Crotone, raccontare dà fastidio eccome.

Avrei potuto prendere lo smartphone e raccontare l’accaduto. Ma preferisco scriverlo. Adoro scrivere, anche se non sembra. Però scrivo. E adesso ritorno a farlo, con più lucidità.

Stamane incontro Mimmo, un parrucchiere di vecchia data. Mi rimprovera perché mi devo fare i fatti miei, perché devo stare zitto e fare in modo di tenere bassa la testa. Lo dice convinto, e afferma inoltre che ha visto un mio video dove criticavo l’amministrazione comunale che non si prendeva cura della parte inferiore di Viale Regina Margherita, dove ci stanno giardini un pochino mal messi, e un piccolo immobile deposito di biciclette (il famoso bike sharing) fermo da tempo, con tanto di biciclette lasciate all’abbandono e in balia della ruggine. Biciclette pagate con soldi pubblici, e man mano che il tempo passa il rimetterle a posto sarà lievitato nei costi.

Ma non finisce qui. Sembra che io ce l’abbia con l’assessore, che non mi devo permettere di criticare l’assessore. E che mi metterò nei guai perché non mi faccio gli affari miei.

L’ho guardato. E ho capito come sta male la gente a livello psicologico e di come il degrado sia talmente profondo nella città di Crotone che ormai è diventato un delitto dire pubblicamente che ci sono biciclette, comprate con soldi pubblici, lasciate all’abbandono. Diventa un delitto sperare che un buon progetto possa rivivere perché fattibile.

Bene, Mimmo, se a te piace essere mangiato dal degrado è un affare tuo. Ma siccome vivo in una città che è attualmente una bella donna truccata male, allora senza chiedere miracoli prego l’attenzione almeno sulle piccole cose. E non smetterò mai di farlo. Altrimenti si ritorna a commettere sempre lo stesso tipo di errore che purtroppo rende Crotone una maglia nera in senso della qualità della vita.

Dopo l’acceso confronto con il depresso Mimmo che non ha nulla da chiedere alla vita, allora mi sono fatto un piccolo esame di coscienza. Sul ruolo del narratore di una cittadina come Crotone. Serve effettivamente?

Sì, serve. Perché non si può vivere in una finzione eterna autoconvincendoci di stare nella città più bella e più sana al mondo. Questo tipo di racconto va bene a chi se ne approfitta e va bene a chi si arrende facilmente. Questo tipo di racconto va bene ai fancazzisti (e ce ne stanno). Questo tipo di racconto non gioverà all’immagine di Crotone, perché poi si nota quando una donna è truccata bene oppure no.

Purtroppo per Mimmo e per altri, mi sa che ritorno a scrivere, pure più di prima se serve. Perché in fondo è anche colpa di qualche personcina se alla fine mi riduco a scrivere quello che osservo e quel che ascolto.

Grazie, Crotone.

Un ultimo appunto: io voglio vedere una Crotone più bella. Non sono il solo a pensarla in questo modo. E per renderla ancora più bella bisogna prendere cura soprattutto delle cose più piccole. Ed è sempre bene ricordarlo a un’amministrazione comunale. Non si tratta di una critica, ma di uno stimolo, che oggi più che mai serve.

Aurélien Facente, 19 giugno 2021